I canti di Maldoror by Lautréamont Ducasse Isidore

I canti di Maldoror by Lautréamont Ducasse Isidore

autore:Lautréamont Ducasse Isidore
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-02-16T16:00:00+00:00


FINE DEL TERZO CANTO

CANTO QUARTO

È un uomo o una pietra o un albero che sta per iniziare il quarto canto. Quando il piede scivola sopra una rana, si prova una sensazione di disgusto; ma quando si sfiora appena il corpo umano con la mano, la pelle delle dita si sgretola come le scaglie di un blocco di mica spezzato a colpi di martello; e, come il cuore di uno squalo morto da un’ora palpita ancora, sul ponte, con tenace vitalità, così le nostre viscere si sconvolgono da cima a fondo, per molto tempo dopo quel contatto. Tanto è l’orrore che l’uomo ispira al proprio simile! Può darsi che mi sbagli, esprimendomi in questo modo; ma può anche darsi che dica la verità. Conosco, concepisco una malattia più terribile degli occhi gonfi per le lunghe meditazioni sullo strano carattere dell’uomo; ma ancora la sto cercando… e non sono riuscito a trovarla! Non credo di essere meno intelligente di un altro, eppure, chi oserebbe affermare che sono riuscito nelle mie investigazioni? Quale menzogna uscirebbe dalla sua bocca! L’antico tempio di Denderah è situato a un’ora e mezzo dalla riva del Nilo. Oggi, falangi innumerevoli di vespe si sono impadronite dei canali di scolo e dei cornicioni. Volteggiano intorno alle colonne come le onde folte di una chioma nera. Uniche abitanti del freddo portico, custodiscono l’entrata dei vestiboli, come per un diritto ereditario. Paragono il ronzio delle loro ali metalliche all’urto incessante dei ghiacci che precipitano gli uni contro gli altri durante il disgelo dei mari polari. Ma, se considero la condotta di colui al quale la Provvidenza concesse il trono su questa terra, le tre ali del mio dolore fanno udire un mormorio più grande! Quando una cometa, nella notte, appare improvvisa in una regione del cielo dopo ottant’anni di assenza, mostra agli abitanti della terra e ai grilli la sua coda brillante e vaporosa. Non ha certo coscienza di quel suo lungo viaggio; non è così per me: appoggiato con i gomiti al capezzale del mio letto, mentre il profilo merlettato di un orizzonte arido e tetro si erge vigoroso sullo sfondo della mia anima, mi lascio assorbire dai sogni della compassione e arrossisco per l’uomo! Tagliato in due dalla tramontana, il marinaio, dopo il suo quarto di notte, si affretta a raggiungere l’amaca: perché questa consolazione non mi è data? Il pensiero di essere caduto, volontariamente, nella stessa bassezza dei miei simili, e che meno di chiunque altro ho il diritto di pronunciare lamenti sulla nostra sorte che resta incatenata alla crosta indurita di un pianeta, e sull’essenza della nostra anima perversa, mi penetra come un chiodo di forgia. Si sono viste esplosioni di grisou annientare famiglie intere; ma queste conobbero l’agonia per poco tempo, perché la morte è quasi immediata tra le macerie e i gas deleterî: ma io… esisto sempre, come il basalto! Nel mezzo come all’inizio della vita, gli angeli somigliano a se stessi: da quanto tempo io non somiglio a me stesso! L’uomo ed io, murati



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